Sabato 15 Ottobre 2016, presso la sala convegni dell’Hotel Massimo D’Azeglio di Roma, si è tenuto il Forum Europeo “La via cinese e il contesto internazionale”, organizzata dall’Accademia di Marxismo presso l’Accademia Cinese di Scienze Sociali (CASS), Associazione Politico-Culturale Marx XXI e la MarxVentuno Edizioni.
Arrivato alla sua 3° edizione, il tema centrale del forum è stato:
“Cinque concetti di sviluppo – innovazione, armonizzazione, equilibrio ecologico, apertura e condivisione – e la Via Cinese”.
Di sicuro successo, con la sala convegni affollata non solo da esperti del settore, ma anche da studenti e interessati; si è trattato in maniera significativa la delicata situazione internazionale, esponendo i ruoli e le decisioni che la Repubblica Popolare Cinese sta adottando in funzione di essa, mirate al rispetto della sovranità di ogni nazione, alla non ingerenza e alla pace. Temi purtroppo ignorati dai media nazionali e occidentali, quando non propriamente stravolti e riportati in maniera non corretta.
A tal proposito, è stato analizzato l’assetto geopolitico odierno, fortemente minato e destabilizzato dalle pressioni e provocazioni che l’occidente, capeggiato dagli USA e la NATO, stanno attuando nei confronti della Russia in Europa e della Cina nel Mar Cinese Meridionale.
Sul tema della non ingerenza e del rispetto delle sovranità nazionali, si è dato ampio spazio alle questioni legate al Cyberspazio. La “nuova dimensione” ormai indispensabile, primaria per le funzionalità e lo sviluppo di ogni nazione, non è regolamentata a livello internazionale, dove attacchi esterni ai sistemi informatici avvengono nell’impunità totale, spesso eseguiti anche da Stati ostili; quindi, non solo un problema d’ordine pubblico, ma di vera e propria sicurezza nazionale.
Come fu fatto per regolamentare le altre “dimensioni”, come per lo spazio aereo o marittimo, la Cina da diversi anni sta promuovendo una Governance internazionale, dove ogni nazione, in posizione paritaria, possa contribuire alla realizzazione di una regolamentazione condivisa, a cui fare appello in caso di violazioni e ingerenze. La partecipazione di tutte le nazioni è importante perchè, per ogni situazione particolare, serviranno regolamenti specifici. Al riguardo, sono state più volte citate le parole del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping:
“Le attuali regole che governano il cyberspazio non riflettono la volontà e gli interessi della maggior parte dei Paesi in un momento nel quale il gap nel settore dell’informazione tra diversi Paesi e regioni si sta allargando. Come nel mondo reale, la libertà e l’ordine sono entrambi necessari nel cyberspazio. Dobbiamo rispettare i diritti degli utenti di Internet di scambiare idee ed esprimere i loro pensieri e dobbiamo anche costruire un buon ordine nel cyberspazio in accordo con la legge, perché questo aiuterà a proteggere i legittimi diritti e gli interessi di tutti. Il cyberspazio non è un luogo al di là dello stato di diritto. Tutti dovrebbero rispettare la legge, con i diritti e gli obblighi delle parti interessate chiaramente definiti. Il cyberspazio deve essere governato, gestito e utilizzato in conformità con la legge in modo che possa godere di un sano sviluppo”.
Sul piano economico, si è discusso dell’importante iniziativa strategica che la Cina sta portando avanti, la cosiddetta “Nuova Via della Seta”. Migliorando i collegamenti e le infrastrutture via terra e via mare delle nazioni dell’Eurasia, la ONE BELT ONE ROAD (una zona, una via) punterà ad una maggiore cooperazione tra le nazioni, con nuove vie per i flussi d’investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali, reciprocamente per Cina, Asia ed Europa.
Ma la principale motivazione e l’obiettivo finale del forum, è stato l’accrescere la conoscenza reciproca tra i paesi europei e la Cina, scambiando le proprie idee ed esperienze, cosa che attualmente avviene troppo a senso unico. Come puntualizzato, tra un intervento e l’altro, dal Professore Qin Xuan dell’Università Renmin di Pechino, in Cina sono oggetto di attenzione e studio Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, proprio per conoscere e comprendere in maniera approfondita quella che è la storia del socialismo italiano ed europeo, traendo insegnamenti dalle loro esperienze; viceversa sulla Cina, troppi europei ne ignorano la storia e in particolare il socialismo cinese, provando nei suoi confronti un sentimento di paura, dovuto anche alla massiccia disinformazione creata dai media occidentali. Con questi incontri, si spera di informare correttamente e superare la diffidenza e pregiudizio che permane nei confronti della Cina.
Gli interventi
Il forum, che è stato moderato dagli organizzatori sia cinesi che italiani, principalmente dal direttore della rivista MarxVentuno Andrea Catone, si è aperto con l’intervento di Deng ChunDong, Presidente dell’Accademia di marxismo presso la CASS, ringraziando i vari promotori e organizzatori, come anche la Fondazione Gramsci e il neo costituito Partito Comunista Italiano (ex PdCI). Il dibattito e la discussione – sostiene ChunDong – è importante tra compagni cinesi (dove continua il dibattito interno iniziato con il 18° Congresso del Partito Comunista Cinese) ed europei, analizzando la “via cinese” e la situazione europea alla luce del background internazionale e dei movimenti socialisti degli anni ’90, dopo la dissoluzione del blocco sovietico. Insieme proprio per uno scambio di opinioni, su quale sia la strada da intraprendere per la realizzazione del socialismo e del comunismo; negli anni ’90 i capitalisti cantavano vittoria, ma Deng Xiaoping rimase dell’opinione che la via giusta fosse quella del comunismo, senza abbandonarla, continuando la lotta per il socialismo.
“Le parti – continua Chundong parlando dei partecipanti al forum – scambieranno le proprie idee ed ognuno ha la propria voce in capitolo.”
Le posizioni dei compagni italiani sulle questioni europee, saranno portate ai compagni cinesi per farle conoscere a loro; come quelle dei cinesi, che continuano sulla loro strada della “via cinese al socialismo”, sono riportate qui in Italia per i compagni italiani. Tutto questo per aumentare e consolidare il dialogo, che deve continuare anche nel futuro. Questo scambio di idee – conclude – per lottare uniti contro l’egemonia monopolistica e a favore della pace.
Da parte italiana, l’introduzione al convegno è stata realizzata dal Presidente dell’Associazione Marx XXI, lo storico e filosofo Domenico Losurdo, che possiamo ascoltare in questo video:
A seguire, il saluto della Fondazione Gramsci da parte del Presidente Silvio Pons:
Zhang Xinping, vice presidente della Scuola di Marxismo dell’Università di Lanzhou, ha parlato in maniera specifica delle nuove relazioni tra Unione Europea e Cina, un rapporto duraturo che parte dagli anni ’60 e di primaria importanza, ricordando che il primo stato a riconoscere la Repubblica Popolare, fu proprio un paese europeo, la Francia.
Come ribadito anche dal Presidente Xi Jinping, la collaborazione tra le due parti, deve avvenire su vari punti: come rapporto tra due potenze economiche; rispetto al piano internazionale, rapporto di pacifismo; rispetto reciproco per le vie politiche ed economiche che ogni parte ha deciso di intraprendere; dalle esperienze delle due parti, fornire aiuto e consiglio per le riforme.
Gli incontri che si sono susseguiti tra i capi di Stato dei vari paesi membri dell’Unione Europea e la Cina, sono alla base del rapporto di partenariato tra i due blocchi, votata al dialogo e alla cooperazione. Questo non senza ostacoli e problematiche a livello comunicativo, dato che la struttura europea è molto complessa; ogni Stato europeo ha una propria politica interna che convive con politiche, soprattutto economiche, comunitarie.
La Cina – ci ricorda Xinping -, nonostante il suo ruolo di potenza economica, è comunque un paese che non ha completato il suo sviluppo, in questi termini, ancora in “via di”, proprio per garantire un sempre maggior benessere.
Importante anche la questione dei valori; la Cina, in quanto paese socialista, ha sempre sostenuto il valore della sovranità di ogni singolo stato, senza di cui non possono esistere Diritti umani. Concetto spesso discordante con l’Europa, che ribadisce il concetto di democrazia. Da non dimenticare anche le forze esterne alle due potenze, i cosiddetti “terzi attori”, che non vedono positivamente gli accordi tra Europa e Cina; per evitare queste ingerenze, importante che ci sia strategia comune e cooperazione, come nella proposta della One Belt – One Road, in cui tutti possono dire la propria opinione.
Altri temi sono la sicurezza, la lotta al monopolismo, sicurezza finanziaria, il risparmio energetico, tematiche su cui la domanda più importante rimane il “Come?”.
Oggi c’è paura e diffidenza nei confronti della Cina, ma storicamente, si è trattato di un paese votato alla pace e all’inclusività. Per il “come”, bisogna proprio far conoscere la storia della Cina e partire da li.
A seguire, Fausto Sorini, del direttivo dell’Associazione Marx XXI e del comitato “No Guerra No NATO”, ha dato una chiave di lettura estremamente nitida della situazione politica mondiale:
Di estremo interesse l’intervento di Chen Yalian, ricercatore associato dell’Accademia di Scienze Sociali, incentrato sulla questione dei problemi etnici in Cina e delle relative risoluzioni di cui ne è studioso ed esperto, avendo vissuto anche un anno in Tibet.
Fin dai tempi di Mao Zedong, ribadito poi da Deng Xiaping e nell’ultimo Congresso del PCC; la “via” da seguire, rimane quella del socialismo con caratteristiche cinesi, basata sul marxismo, in cui ogni comunità etnica mantiene la sua autonomia sotto lo stato di diritto condiviso della Repubblica Popolare Cinese.
Anche il Presidente Jinping ha ribadito l’importanza delle etnie per la riuscita della via cinese, prefiggendo un limite al 2020 per risolvere i vari problemi interni; per questo, tutti e tutte le etnie devono lavorare insieme, per una maggiore divisione e redistribuzione della ricchezza.
Per Deng Xiaoping lo sviluppo economico doveva essere accompagnato dall’educazione delle etnie; in questo quadro, sarà importante a livello locale l’impatto della One Belt – One Road.
Dal 2011, gli esperti hanno proposto nuovi modelli per la gestione dei problemi etnici, come quello statunitense (federale), ma su questo, proprio le stesse etnie, hanno accolto con preoccupazione la proposta. Stesso giudizio sul modello sovietico, che non fu adottato in Cina fin dall’inizio, data la differenza sostanziale tra i due paesi; in Unione Sovietica la metà della popolazione era minoranza etnica, in Cina solo il 6-7%, ma da quel modello e relativa caduta, sono state tratte molte lezioni. Quindi, come ribadito da Jinping nel 2014, non si può dimenticare la storia e le caratteristiche stesse della Cina, perciò il modello rimane quello delle regioni autonome su base etnica e non una federazione di Stati; la Cina è una grande famiglia basata sulla solidarietà e la sua forza deriva dall’unione delle etnie e, data la sua complessità, non si possono ignorare le sue subculture che la compongono.
Per questo – conclude Chen Yalian -, dai vari studi ed esperienze dirette, attualmente, la Cina deve essere un unico blocco con all’interno le sue differenze etniche e culturali e la soluzione, è proprio la “Via cinese” scelta dal PCC.
A questo intervento, il moderatore Tang Zhouyan, Segretario del Comitato di Partito dell’Accademia delle Scienze Sociali dello Shandong, ha aggiunto che nel 1991, Deng Xiaping, durante la fine del comunismo sovietico, in cui veniva messo in dubbio tutto il sistema comunista, disse che non bisognava abbandonare tali ideali, perchè quello che si stava portando avanti in Cina era un socialismo differente, con le caratteristiche e le peculiarità cinesi. Poi, Zhouyan, ha citato un’antica leggenda cinese: dalle ceneri di un’incendio, rinasce sempre una fenice…
Dei rapporti economici, ne parla in maniera più approfondita e tecnica l’economista Vladimiro Giacchè, vicepresidente dell’Associazione Marx XXI:
Come scritto precedentemente, il nuovo Partito Comunista Italiano è stato co-organizzatore del forum, questo il saluto da parte del Segretario Mauro Alboresi:
Focalizzato sul tema del del cyberspazio l’intervento della direttrice editoriale dell’Istituto degli Studi sulle Informazioni dell’Accademia Cinese Tana. Parlando della governance internazionale proposta dalla Cina, primarie sulle reti informatiche devono essere la sovranità e l’autonomia, per questo i nuovi protocolli e regole sulla sicurezza dovranno essere stilati da tutte le nazioni tramite rapporti internazionali, parlando ognuno in posizione paritaria rispetto agli altri, questo per la garanzia dei propri diritti, della sovranità delle reti e la libertà dell’informazione.
A livello internazionale, ormai, si può parlare di “Cyberpower”, le reti informatiche come vero e proprio criterio di forza; su questo, le potenze mondiali si scontreranno.
Per evitare ciò – ribadisce Tana – serve una garanzia contro gli attacchi alle reti, agli hacker, ai virus, stabilendo regole e sicurezza condivisa, che potrà arrivare proprio tramite questa governance condivisa.
Incentrato sul rapporto politico e non solo economico tra la Cina e l’Unione Europea, è l’intervento di Silvia Menegazzi dell’Università LUISS Guido Carli e collaboratrice della testata “Cina Forum”, che ne elenca i principali eventi:
L’altro grande attore del contesto internazionale è senza dubbio la Russia, e sul rapporto di quest’ultima con la Cina, è il contributo di Giulietto Chiesa, giornalista, responsabile di Pandora TV ed esponente del comitato “No guerra No NATO”, che partendo dalle relazioni di questi due paesi, con le loro scelte di politica estera spesso coincidenti, allarga il discorso al pericoloso contesto internazionale e della reale minaccia di una 3° guerra mondiale:
Riprendendo il discorso interrotto da Tana sul cyberspazio, si inserisce Yang Jinwei, Direttore dell’ufficio di studi sulle politiche dell’Accademia delle Scienze dello Shandong, regione, ci tiene a precisare, terra natale di Confucio.
Portando il discorso sul piano della “comunità” internazionale formatasi grazie all’utilizzo delle reti; ci informa che in Cina, attualmente, 700 milioni di utenti sono connessi, raggiungendo i 900 milioni se si considera anche la connessione tramite cellulare. Nel mondo, sono connesse 3,5 miliardi di persone; tutte queste, formano una vera e propria “società”. Questa “quinta dimensione” ha superato tutte le barriere esistenti, da quelle politiche a quelle geografiche, superando i limiti dello spazio e del tempo; il mondo si è trasformato in un villaggio globale, trasformando i rapporti stessi tra Stati.
Proprio i rapporti internazionali vanno intensificati per ottenere questa governance, in cui tutti dovranno partecipare, dato che tutti utilizzeremo queste reti.
Nel primo convegno del 2015, il Presidente Xi Jinping ha sottolineato che questa proposta della Cina, di una governance bilanciata e paritaria, vuole dare a tutti l’opportunità di sviluppo, aumentare gli scambi culturali, incoraggiare l’innovazione per una nuova economia e raggiungere una sicurezza del cyberspazio con regole condivise.
Ma questa idea lanciata dalla Cina, votata al comune destino dell comunità globale, come può realizzarsi?
Si pongono principalmente 4 punti: 1) Principio di Parità-Equità tra stati 2) Il principio di pace mondiale e di condivisione della ricchezza con tutti 3) Governance internazionale per la scelta delle regole 4) Rivedere il meccanismo funzionante del cyberspazio.
Solo con questi principi e con la collaborazione, si potrà parlare di destino comune.
Nel 2020 la Cina avrà coperto con la banda larga il 90% del suo territorio e vuole collaborare con l’Europa e l’Italia per condividere le nuove opportunità, ma è necessario che chi governa sia, nei confronti della Cina, imparziale e collaborativo; solo così, si potrà parlare di pace e sviluppo.
Chiudendo gli interventi da parte cinese sulla questione del cyberspazio, Liang Junlan, Direttrice dell‘ufficio di studi sulle informazioni dell’Accademia, parla dell’aspetto della sicurezza nazionale legata alla rete.
Con il suo Ufficio di di Studi sull’Informazione, aiuta il governo a prendere le decisioni opportune in materia d’informatica; un’esempio, il programma di educazione e istruzione a distanza.
Portando l’esempio delle rivelazioni di Edward Snowden, in cui si provava che gli Stati Uniti d’America origliavano conversazioni sensibili di altre nazioni, commettendo attacchi di pirateria informatica; la sicurezza e sovranità delle nazioni, ormai, passa da internet. Per questo, la proposta della Cina è all’avanguardia.
Un Internet indipendente è importante per garantire la vera sovranità e la sicurezza nazionale, perciò – ribadisce anche lei – ogni nazione dovrà partecipare all’asset internazionale.
Si dovranno combattere i monopoli sulla rete, che creano egemonie dei poteri, con relativo handicap sulle nazioni economicamente svantaggiate. Sulla tematica, gli Stati Uniti mantengono delle posizioni dominanti; si spera che in futuro rinunceranno alle attuali istanze di dominio.
Nel settore la tecnologia non è tutto, bisogna costruire dei requisiti giuridici condivisi per creare una reciproca fiducia; possibile solo con una cooperazione che creerà un nuovo ordinamento internazionale della rete, con i relativi confini del cyberspazio, che attualmente non esistono, e creare un luogo dove poter fare appello e rivendicare la propria sovranità.
Il giornalista de “Il Manifesto” Manlio Dinucci, anche lui esponente del comitato “No guerra No NATO”, ha esposto il ruolo che giocano gli USA e la NATO nel rapporto tra UE e Cina:
Chiude la prima metà del Forum il Deputato con incarico alla Commissione Affari Esteri del Movimento 5 Stelle Manlio Di Stefano, che, elencando le varie peculiarità del gruppo politico a cui appartiene, prende posizione contro i vari scenari di guerra che si aprono a livello internazionale e sostenuti dagli USA e tutta la NATO, portando come esempio il conflitto in Ucraina, che a livello economico fa perdere all’Italia 1 miliardo di euro annuo.
Parole contro l’economia già decisa dagli Stati Uniti per l’Europa, come per esempio il TTIP, su cui bisogna opporsi, citando poi anche il MES (questione sul riconoscimento della Cina al Market Status Economy, che eliminerebbe parte dei dazi ora applicati contro di lei), su cui, puntualizza, bisognerà discutere con la Cina e la sua posizione (anche se, il Movimento 5 Stelle ha lanciato una contro–consultazione pubblica per fermare il MES).
Proprio contro l’unipolarismo economico, si pone l’importanza del BRICS e a cui bisogna prestare attenzione, dato che lo spostamento verso l’economia euroasiatica sarà inevitabile. Ragionare non in termini di un paese, che solo, non può nulla, ma come collaborazione; la nuova Via della Seta importante soprattutto per il Sud Europa, che avrà come principale punto di riferimento il Porto del Pireo ateniese.
Il forum è proseguito con gli interventi degli altri partecipanti, sia italiani che cinesi, e sul sito dell’Associazione Marx XXI, potete trovare le relative relazioni. CLICCA QUI
Questa la playlist con tutti i video del forum:
RIPRODUZIONE RISERVATA.
ARTICOLO SCRITTO PER “IL GIORNALE DEL RICCIO”, VIETATO COPIARNE IL CONTENUTO ANCHE PARZIALE SU ALTRI SITI.
CHIEDIAMO GENTILMENTE DI CONDIVIDERE DIRETTAMENTE IL LINK DELL’ARTICOLO E DEL RELATIVO FACEBOOK.
GRAZIE PER LA DIFFUSIONE.
L’ha ribloggato su Marcello Colasanti – Candidato al Consiglio del Municipio I di Roma con "Sinistra X Roma".
"Mi piace""Mi piace"